In memoria di papa Francesco
di Antonella Lumini
Firenze, 22 aprile 2025
In questo evento luttuoso che ci ha colpiti di sorpresa nonostante l’evidenza, durante questo intenso cordoglio che miracolosamente sta ricreando corpo in un’umanità disgregata e smarrita, in questo fluire ininterrotto di parole che ricompongono memorie vive di emozioni e sentimenti, io non ho pianto. Non ho pianto perché troppo grande il patire di fronte a quella sua figura così provata e sofferente da percepire di più il suo sollievo, la sua liberazione. Non ho pianto per lui che si spegneva dopo essersi spremuto fino in fondo, potendo dire: “Tutto è compiuto” del mandato che gli era stato affidato. Non ho pianto per me, per noi, perché sono certa che ora potrà fare ancora di più per questa Terra martoriata da lui tanto amata. Francesco ormai sapeva di non essere ascoltato, che il suo compito era finito e in quel momento si è offerto e consegnato, ha rimesso tutto nella divina volontà. Ma i semi seminati nell’amore fioriscono in maniera sorprendente sempre nel loro tempo. Tutto quello che poteva fare l’ha fatto, ma l’essere strumenti dello Spirito e profeti aggiunge un farsi imprevedibile che agisce misterioso nell’invisibile per dare i suoi frutti nel momento opportuno. Il passaggio dei profeti nel corso della Storia mantiene vivo lo sguardo di verità sul mondo, ma il passaggio dei figli e delle figlie di Dio, cioè dei risvegliati alla luce della resurrezione, consuma dal di dentro tutto ciò che è morto riportandolo alla vita. E Francesco, tornato al cielo nelle prime luci del lunedì dell’Angelo, ha fatto il suo importante passaggio proprio nel segno della morte/resurrezione. Figlio nel Figlio, ha reso visibile il tratto più profondo dell’amore divino che è la misericordia in tutte le sue declinazioni. Lasciando trasparire un cristianesimo veramente incarnato, si è reso testimone della resurrezione della carne, di una vita capace di incarnare l’amore, di aderire in pienezza all’unico comandamento evangelico.
Non ho rimpianti per non averlo incontrato fisicamente, so di averlo conosciuto spiritualmente per quanto ha testimoniato.
Il suo congedo dalla Terra, non potrà cancellarne la memoria. La sua opera profetica, mossa da volontà superiore, non potrà essere soffocata. Si è impressa nei cuori e nelle menti suscitando risvegli e reali conversioni che costituiscono i tratti essenziali di quel fondamentale cambiamento di cui ha bisogno la Storia per proteggere e salvaguardare l’umanità da se stessa. Pertanto anche la Chiesa, che è costituita dal corpo dei credenti, non potrà tornare indietro, ma solo andare avanti nella traiettoria segnata. Il suo fine infatti non è quello di salvare se stessa come Istituzione, bensì di essere strumento vivo di salvezza per l’umanità.